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“Tranchant! La parola, il taglio, il segno nei collages analogici”: apre a Modena la mostra su collage e parola in occasione del Festival della Filosofia 2023.
L’edizione 2023 del Festivalfilosofia, in programma il 15, 16 e 17 settembre prossimi, sarà dedicata
alla Parola.
Una occasione da non perdere per organizzare in questo ambito una mostra collettiva di collage
analogici, tecnica artistica nata un secolo fa prendendo il via proprio dalla forza espressiva della
parola.
E così, da un’idea della curatrice, la modenese Cristina Faedi, la direzione del Festival ha accolto
nel programma ufficiale Tranchant! la mostra di collage analogici che già dal titolo presenta il
“gioco di parole” che unisce l’incisività del verbo con il taglio netto della lama.
La tecnica del collage affianca la parola all’immagine, trasformandole entrambe e ampliandone le
potenzialità comunicative. Con le insolite visioni create dai ritagli, l’artista va oltre la
rappresentazione apparente, affidandosi alla capacità dei nostri occhi di decodificare icone e
pittogrammi.
Attraverso la tecnica del collage analogico, infatti, realizzato a mano con carta e altri materiali
eterogenei, la mostra offre un’esplorazione visiva della parola scritta. Che sia stampata, vergata
a mano, segno grafico scomposto in caratteri tipografici, la scrittura è un sistema segnico che
l’uomo lascia a testimonianza del proprio pensiero; i collage lo fanno uscire dalla linearità della
riga, affinché si riorganizzi liberamente creando geometrie differenti.
Dieci le talentuose artiste del collage presenti in mostra: Francesca Artoni, Maite Damone,
Deborah Di Leo, Cristina Faedi, Maddalena Notardonato, Maddalena Re, Gabriella Saiello, Laura
Serraino, Carlotta Speroni, Alessandra Tescione.
Si tratterà quindi di una esposizione tutta al femminile, grazie al lavoro di collagiste italiane di
varie età, provenienza, formazione artistica e professionale, accomunate – seppur in modo diverso
– dalla passione per questa specifica forma d’arte.
Si parte da Francesca Artoni le cui sofisticate opere esprimono la tangibilità del pensiero che nella
scrittura si fa gesto, nonché la poesia insita in un messaggio che arriva dal passato e si conserva
come traccia indelebile della storia. Tutto questo in contrapposizione alla drammatica
estemporaneità della parola non sense di oggi.
Attraverso la delicatezza dei collage che riorganizzano liberamente una nuova modalità di lettura,
Maite Damone concretizza il concetto di significato e significante, ove la rappresentazione della
parola scritta diventa vera e propria azione.
Poetica la visione di Deborah Di Leo che cristallizza i “ricordi di famiglia” in immagini, come a
rappresentare parole mai dette, forse segrete, intrappolate in mute fotografie e in una memoria
viva solo nel ricordo, per non farle scomparire.
Nei collages di Cristina Faedi la parola unisce il passato e il futuro, riemerge dal “verbo” delle
sacre scritture attraverso oggetti dimenticati, definisce esperienze di vita indelebili, si condensa
in icone, gioca ironicamente con allusioni e doppi sensi come fosse una moderna sciarada.
Nel mondo onirico di Maddalena Notardonato, la scomposizione di P-A-R-O-L-A si definisce
attraverso impronte digitali quale atto identitario. Attraverso di esse e in una dimensione ludicoterapeutica,
la parola ci identifica, parla di noi, ci nutre, ci diverte, ci emoziona, ci cura.
Per non dimenticare il contesto filosofico in cui la mostra si inserisce, Maddalena Re si ispira alla
figura femminile della filosofa Ipazia di Alessandra: secondo una specifica tecnica compositiva, il
collage si presenta ricco di dettagli minuziosi su cui lo sguardo indugia nella continua scoperta di
nuovi elementi.
Eleganti le proposte di Gabriella Saiello che, secondo una visione introspettiva, presenta una
parola che si frammenta in lettere e si integra dentro e fuori il corpo umano, sino a rappresentare
la vacuità ed il fallimento della comunicazione stessa.
L’illustratrice Laura Serraino recupera decenni di segni e di emozioni tracciati sui suoi preziosi
taccuini: schizzi e disegni assegnati al tempo si mescolano con parole per dare vita a nuove
narrazioni.
Carlotta Speroni affronta con attenzione il tema della modalità espressiva legata alla fragilità
umana, fatta di timori e timida ricerca delle “parole giuste” per esprimere al meglio il proprio
pensiero e la propria personalità nella società contemporanea.
E ancora sul tema dei messaggi da decifrare, Alessandra Tescione nella sua composizione mette in
scena le parole come fossero un enigma da ricomporre: i cartoncini di un vecchio schedario si
configurano come tanti tasselli di un incuriosente codice cifrato da identificare.
“Nell’epoca dell’AI e dell’NFT” afferma la curatrice Cristina Faedi “tagliare e incollare significa
narrare attraverso le mani, creare un’opera dove il linguaggio visivo è protagonista al pari della
parola. Il collage analogico rompe gli schemi grafici, assume un senso antropologico e di memoria
sociale, scrive con immagini storie e ricordi che diventano patrimonio di una collettività,
rappresentazione di condizioni sociali, narrazione di esistenze; condensa in pochi centimetri
quadrati un modo diverso di comunicare, fino a creare un mondo surreale e fantastico che non
esiste, ma che sa emozionare.”
Una brochure racconterà tutto questo e sarà distribuita presso la sede della mostra, il Laboratorio
Artigianale Artemisia Opere, splendida Wunderkammer e perfetta cornice per i collage esposti.
La presentazione è prevista per il 15 settembre prossimo alle 19.00 alla presenza di tutte le artiste.
Parola d’ordine quindi: collage!
Modena, 11 settembre 2023.
Tranchant!
La parola, il taglio e il segno nei collages analogici
Mostra collettiva a cura di Cristina Faedi
c/o Laboratorio Artemisia Opere
Piazzale Torti 4a, Modena
In occasione del Festival della Filosofia 2023
Tranchant! - Festivalfilosofia
IG @Tranchant2023_FF
FB Tranchant-mostra di collage.
Per contatti e riferimenti:
Cristina Faedi - ideatrice, curatrice, artista
Mob. 348 1504904
cristina_faedi@yahoo.com
IG @infinite8possibilita
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